Introduzione
Il progetto intende principalmente fornire un supporto educativo a utenti psichiatrici giovani e adulti in carico ai rispettivi CPS che necessitano di ricostruire abilità atte all’integrazione sociale e opportunità di risocializzazione, ricostruendo legami con il loro territorio di appartenenza e interagendo, laddove possibile, con i rispettivi nuclei familiari. Gli interventi possono avere funzione preventiva rispetto al possibile peggioramento delle condizioni psicofisiche degli utenti o di mantenimento delle proprie capacità relazionali, razionali, emotive. Il progetto è distrettuale e quindi coinvolge, con interventi in parte comuni e in parte diversi, gli Ambiti Territoriali di Bergamo, della Valle Brembana e della Valle Imagna-Villa d’Almé.
Approfondimenti
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Consolidare le modalità di individuazione dei pazienti coinvolgibili nel progetto nei diversi territori che compongono il Distretto
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Favorire la socializzazione e l’integrazione nel proprio territorio di appartenenza di circa 40 persone con disturbi psichici, nell’intero Distretto di Bergamo, attraverso attività riabilitative e risocializzanti, sia individuali sia di gruppo, svolte a domicilio del paziente, in particolare all’inizio del progetto, e direttamente nel territorio
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Creare relazioni sul territorio, con gruppi locali e cittadini, utili a favorire l’integrazione delle persone coinvolte nel progetto
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Individuare potenziali risorse di volontariato che, durante il progetto, possano affiancarsi agli operatori nell’attuazione delle attività
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Ampliare e sviluppare attività di sensibilizzazione del territorio che aiutino a creare un clima relazionale positivo nei confronti dei pazienti psichiatrici inseriti nel loro territorio combattendo lo stigma che spesso li riguarda, e aiutino ad individuare potenziali risorse coinvolgibili nella comunità locale a favore di ulteriori progetti nella salute mentale
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Sperimentare forme di supporto tra pari in un gruppo di pazienti psichiatrici, operatori, volontari e familiari denominato “Gruppo del Fareassieme”, per la promozione di attività risocializzanti cogestite dai pazienti e di iniziative di lotta allo stigma, in particolare nell’area della Valle Brembana
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Sperimentare forme di sostegno per l'avvio di progetti socio-occupazionali di alcuni dei pazienti coinvolti, attraverso tirocini o altre forme di occupazione, in botteghe ed esercizi di piccoli artigiani e commercianti
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Dare supporto alle famiglie cui appartengono le persone coinvolte dal progetto occupandosi di migliorare le capacità di resilienza e le risorse espresse dagli stessi familiari, spesso lasciati a se stessi, con pochi strumenti e poche informazioni a loro disposizione.
Target
Il target principale è costituito da utenti dei servizi psichiatrici della ASST Papa Giovanni XXIII, afferenti ai CPS di Bergamo e di Zogno, oppure della ASST Bergamo Ovest afferenti al CPS di Bonate. La fascia di età non è stabilita per evitare discriminazioni nell’accesso al progetto, ma si è notato nel tempo uno spostamento delle esigenze verso la fascia giovanile. Complessivamente circa 40 utenti.
Target ulteriori sono le famiglie degli utenti coinvolti e, per le iniziative di sensibilizzazione, la cittadinanza tutta degli Ambiti Territoriali aderenti.
Soggetti coinvolti
Il progetto è proposto dalla Associazione Piccoli Passi Per, con sede in Torre Boldone, Associazione di familiari, volontari e utenti per la salute mentale.
L’Associazione propone il progetto in accordo con gli Ambiti Territoriali di Bergamo, Valle Brembana e Valle Imagna-Villa d’Almé che compongono il Distretto di Bergamo, che ne sono quindi partner.
Nella concreta attuazione delle attività educative sono poi partner due Cooperative Sociali operanti nel territorio.
Sono coinvolti anche il Tavolo Salute Mentale dell’Ambito di Bergamo e il Tavolo Salute Mentale della Valle Brembana allargato all’Ambito Valle Imagna – Villa d’Almé.
Il progetto prevede le seguenti attività:
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Definizione dei pazienti coinvolgibili nel progetto attraverso contatti dedicati con i Centri Psico Sociali competenti per zona, anche sulla base di segnalazioni provenienti dai servizi sociali dei Comuni in cui risiedono le persone
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Creazione di relazioni fiduciarie e alleanze sia con i pazienti e, laddove possibile, con le loro famiglie, sia con i servizi invianti
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Attuazione dei progetti individuali di supporto a domicilio da parte di figure educative per alcuni dei pazienti coinvolti
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Attività svolte sul territorio in accompagnamento delle persone individuate
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Azioni specifiche di accompagnamento e supporto alle famiglie sia sul versante psicologico che educativo privilegiando l’intervento domiciliare, nonché attraverso il Gruppo di auto mutuo aiuto per familiari di Torre Boldone e un ‘laboratorio’, un luogo virtuale di incontro delle persone, uno spazio -e un tempo- libero, aperto e di ascolto, accoglienza, condivisione ed elaborazione del vissuto
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Inserimenti occupazionali mirati in botteghe artigiane ed esercizi commerciali di vicinato
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Integrazione sul territorio: creazione di relazioni e legami tra alcuni dei pazienti coinvolti nel progetto e i gruppi e le agenzie che potenzialmente possono coinvolgerli in alcune loro attività o comunque in attenzioni di cura complessiva
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Determinazione di una rete di risorse locali (gruppi pubblici e privati con particolare riguardo al terzo settore e all’associazionismo) che possa essere da riferimento per progetti individuali o di interesse generale sul tema della salute mentale in modo permanente
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Individuazione di risorse di volontariato in alcuni territori da affiancare agli operatori almeno in una fase iniziale, dopo adeguata formazione, per dare concretezza all’attenzione e alla cura espressi dal territorio e costituire una possibilità integrativa per la conduzione dei progetti individuali o di gruppo
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Continuazione del Gruppo del “Fareassieme”, modalità integrata di relazione tra pari messa in atto congiuntamente da pazienti psichiatrici, operatori dei servizi per la salute mentale, volontari e familiari, in particolare nell’area della Valle Brembana, e contestuale realizzazione di incontri formativi e culturali
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Attuazione di attività di sensibilizzazione rivolte all’intera cittadinanza.
L’impatto della pandemia da Covid-19 si è determinato sul progetto soprattutto nell’anno 2020; successivamente sono state prese misure per limitarne l’incidenza. Le attività di supporto educativo agli utenti ne hanno risentito solamente nei mesi del lockdown, durante i quali sono state attuate iniziative a distanza, mentre successivamente sono riprese in presenza a pieno regime, in particolare a domicilio. Tuttavia è stata molto limitata anche nella prima parte del 2021 l’attività strutturata sul territorio che comprendeva relazioni e partecipazioni in iniziative di gruppi locali, a causa della chiusura degli stessi. Solo dalla primavera 2021 si è nuovamente iniziato a sviluppare questa parte ma ancora non in modo pieno.
Le iniziative di sensibilizzazione sono state fortemente limitate dalla pandemia stante l’impossibilità di organizzare eventi teatrali e musicali, in precedenza maggioritari nell’offerta di questo tipo. Vi è stato un tentativo di spostare sul web attraverso i social una parte delle iniziative di sensibilizzazione, ma con una adesione inferiore alle aspettative.
In merito alle iniziative con i familiari, i gruppi di auto-mutuo aiuto sono stati spostati da “remoto”, e ripresi in presenza nei primi mesi del 2021.
Quali scenari intravedono nel prossimo futuro rispetto al target/tema del progetto?
La situazione nei nostri territori appare in chiaro aggravamento sotto il profilo della manifestazione dei disturbi psichici, in particolare dell’area affettiva (ansia e depressione), e con una incidenza maggiore nella fascia giovanile ed adolescenziale. Alcune attività dei servizi “tradizionali” appaiono difficilmente rispondenti alle nuove esigenze. L’impostazione del progetto distrettuale appare invece in linea con le problematiche manifestate: l’intervento domiciliare (in particolare nelle situazioni di forte ritiro sociale o conflittualità intrafamiliare) e l’integrazione in attività territoriali possono essere validi interventi di prevenzione di un ulteriore aggravamento del quadro proprio perché si attuano in prossimità dell’utente e con la necessità di una spinta motivazionale inferiore a quella necessaria a recarsi in ambulatori o servizi peraltro connotati dallo stigma. Il target dovrà invece vedere l’abbassamento dell’età degli utenti data la situazione maggiormente critica nella fascia giovanile, inclusa quella minorile.
Quali obiettivi/priorità futuri per le politiche e la programmazione zonale?
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Costruzione di una rete di intervento educativo domiciliare permanente verso situazioni di fragilità psichica
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Sviluppo delle attività territoriali e di integrazione con le realtà locali
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Potenziamento del supporto educativo e psicologico verso le famiglie che hanno al loro interno uno o più membri con fragilità psichiche
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Particolare cura delle situazioni di adolescenti e giovani che esprimono difficoltà nelle sfere relazionale, affettiva e dell’adeguata rispondenza ai compiti evolutivi, specialmente mei momenti di transizione (tra età diverse, afferenza a servizi diversi, esigenze diverse cui rispondere)